Bonus matrimonio: un nuovo contributo per il settore wedding
Nell’ultimo anno il settore wedding ha subito un notevole declino e per risanare questo ed altri comparti ad esso associati il Governo ha deciso di stanziare ulteriori contributi a fondo perduto per tutte le imprese che operano nel settore dell’organizzazione di eventi.
Grazie alla legge di convenzione del decreto n.73-2021 vengono stanziati 60 milioni di euro che serviranno a risanare tutti i comparti penalizzati. Il bonus matrimonio in particolare consente una detrazione del 25% su un totale di 25 mila euro per le spese sostenute per le nozze e il ricevimento.
Lo scopo di tale incentivo è duplice: da un lato il Governo ha voluto sostenere tutte le coppie in procinto del grande giorno ma che hanno dovuto rinunciare e dall’altro ha voluto dare un aiuto concreto al settore wedding e a tutti gli altri che vi ruotano attorno.
Le imprese per ricevere il bonus dovranno:
- Avere sede in Italia
- Dimostrare un calo di fatturato
- Presentare una domanda che certifichi il codice ATECO di appartenenza ed attesti il possesso dei requisiti richiesti.
Bonus matrimoni: detrazioni per gli sposi
In merito al bonus per gli sposi che prevedeva una detrazione fiscale del 25% sulle spese sostenute per la cerimonia fino ad un massimo di 25 mila euro erogato in 5 rate annuali. L’emendamento, però, non ha superato l’esame della commissione Bilancio a Montecitorio e citava spese come:
- Servizi di catering e ristorazione
- Affitto di locali
- Servizio di wedding planning
- Addobbi floreali
- Abiti per gli sposi
- Fotografo
- Trucco e acconciatura
Purtroppo essendo stato bocciato in fase di esame il bonus sposi non verrà converitito in Legge, almeno al momento.
Assegno congedo matrimoniale: un’altra opportunità per gli sposi
Per compensare la mancata possibilità di risparmiare sulle spese nuziali, l’INPS ha erogato l’assegno di congedo matrimoniale, ovvero un bonus che viene concesso in occasione del matrimonio, civile o concordatario, da usufruire entro i 30 giorni successivi alla data dell’evento.
Il bonus sposi spetta ad entrambi i coniugi, la prestazione previdenziale, ivece, riguarda solo categorie come: artigiani, operai, apprendisti, lavoratori a domicilio e cooperative.
A seconda della categoria del lavoratere l’assegno varia dai 7 agli 8 giorni di retribuzione. Nello specifico:
- Per operai e apprendisti l’importo equivale a 7 giorni di retribuzione.
- Per i lavoratori a domicilio l’importo equivale a 7 giornate di guadagno medio.
- Per i marittimi l’importo è pari a 8 giornate di salario medio giornaliero.
In tutti e tre i casi dalla retribuzione giornaliera va detratto il 5,54% ovvero la percentuale a carico del lavoratore.
Se si tratta di un lavoratore occupato o disoccupato cambiano i termini di presentazione della domanda, infatti i lavoratori occupati dovranno presentare la domanda al datore di lavoro alla fine del congedo e non oltre sessanta giorni dalla data del matrimonio/unione civile, mentre i lavoratori disoccupati o richiamati alle armi devono presentare la domanda all’INPS entro un anno dal matrimonio/unione civile.
Il bonus è cumulabile in caso di infortunio sul lavoro fino al raggiungimento dell’importo che sarebbe spettato, però lo strumento non è cumulabile in caso di: malattia, maternità, disoccupazione e cassa integrazione in quanto sostitutivi della retribuzione.