La pizza c’o segreto e tutte le altre storie del forno a legna di D’Angelo
Chi dice che una location di grido disdegni la pizza? Il forno a legna di D’Angelo Santa Caterina porta in tavola bontà dal 1926. Qui vi raccontiamo la storia della pizza c’o segreto e i segreti delle sue discendenti contemporanee
La cartolina che vedete in foto è del 1955. Il pizzaiolo che maneggia l’impasto è il commendator Alfredo Attolini, il fondatore di D’Angelo che nel 1926, comprò una villa quasi diroccata e ne fece il regno di sua moglie Nunzia, all’anagrafe D’Angelo.
A pochi passi dal ristorante, che in poco tempo divenne l’emblema della dolce vita napoletana, un grande cartello recitava: «A pizza c’o segreto sule D’Angelo ‘a po’ fà»
E il segreto non era altro che la serie di intingoli con cui il panciuto don Alfredo, più amante della canzone che dalle cucina, condiva la sua pizza. La curiosità fu tanta che raggiunse addirittura gli Stati Uniti.
Il forno a legna da D’Angelo Santa Caterina oggi c’è ancora. Non è più in cucina, ma in terrazza e viene utilizzato per preparare gustosi antipasti a base di pizza, sia per gli eventi che la location ospita periodicamente, sia per le feste private.
Intingoli top secret oggi non ne abbiamo più. Il must dell’arte bianca di D’Angelo sono le materie prime. ‘O segreto, tanto per restare in tema, è la scelta di farine e ingredienti di prima qualità e una tecnica di lievitazione degli impasti a regola d’arte.
Il forno a legno di D’Angelo ha accolto le specialità dei più grandi pizzaioli: da Valentino Libro campione mondiale della pizza 2014 alla feschezza delle creazioni di Ivano Veccia del Ristorante il Limoneto di Forio D’Ischia.
Non ultimo Gino Sorbillo che proprio quest’anno ha usato il forno di D’Angelo per presentare in anteprima le sue novità dell’ estate 2016: la pizza col tarallo di Leopoldo e quella con i peperoni ripieni e la parmigiana della linea da banco Mimì’s – La tradizione di Mimì alla Ferrovia.
Quindi qual è il segreto oggi della pizza di D’Angelo? La notizia è che non c’è più un segreto! Forse non arriveremo col passaparola in America, ma avremo gli occhi socchiusi dei nostri assaggiatori. E questo basta: la qualità è trasparente.