5 punti esclamativi per la cucina di D’Angelo. La recensione di Nino Taranto
Tra i tavoli di D’Angelo Santa Caterina si è seduta tutta la storia di Napoli. È del 1978 la visita di Nino Taranto, artista tra i più eclettici dell’arte partenopea. La sua traccia nella storia di D’Angelo, è segnata a penna in una dedica lasciata nel libro dei ricordi della villa.
La data segnata accanto all’autografo è il 29 luglio del 1978. Ci venne a trovare in un sabato qualunque dei tempi in cui la nostra location era il ritrovo della dolce vita napoletana. Dagli anni 50 in poi i vip affollarono i saloni di Via Aniello Falcone, allietati del cavalier Alfredo Attolini, padrone di casa festaiolo col pallino della cucina d’eccellenza (un po’ come oggi)
«Che dire, che da D’Angelo si mangia bene? È poco. Da D’Angelo si sta come a casa propria. Chiuderei con una frase usuale: vedi D’Angelo e …poi mi fai sapere!!!!!!»
Questa è la dedica che si trova nell’album dei ricordi di D’Angelo. Accanto,dediche a autografi dei tantissimi personaggi che hanno fatto grande Napoli in Italia e nel mondo.
La storia dello spettacolo racconta che Nino Taranto, fosse un uomo profondamente umile. La popolarità raggiunta con i musicarelli e i film con Totò, non scalfirono mai la solarità tutta napoletana. Si racconta addirittura che, per rispetto, Taranto non sia mai riuscito a dare del “tu” a Totò. Eppure erano amici anche fuori dalle scene.
E questa semplicità traspare tra le righe della dedica sul nostro libro dei ricordi. Sono quei 5 punti esclamativi, che abbiamo riportato come nel testo originale, a raccontarlo.
Carattere amichevole, cibo verace: la pizza in particolare era nella top list delle ordinazioni di Taranto. La dieta? Come ci racconta una sua canzone dedicata ai sacrifici a tavola, era tra i suoi pensieri più odiosi.
Di lui ci resta l’entusiasmo del sentirsi a casa guardando il golfo di Napoli e assaggiando i piatti della tradizione di D’Angelo.
Di casa, del resto un po’ lo era, visto che per anni l’attore abitò proprio a pochi passi da noi : al Parco Grifeo. E i giardini a lui dedicati proprio a via Aniello Falcone, ce lo fanno sentire ancora più vicino di quei 5 punti esclamativi.